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  Economimesis
Politiche del bello
 
     
     
Autore/i: Derrida Jacques  - Titoli dello stesso autore

Contributi di : A cura di: Francesco Vitale 

Tradotto da: Francesco Vitale

Prezzo: Euro 10,00

Argomento: Filosofia / Philosophy

Commento:

La lettura di Economimesis rinvia all’origine dell’opera di Jacques Derrida, o quasi. Un esempio folgorante di quello stile di interpretazione micrologica dei testi fondamentali della nostra tradizione: Platone, Aristotele, Hegel, Husserl, Heidegger… e tra questi Kant; autori che Derrida passa al setaccio parola per parola, segue passo a passo, quasi confondendo le proprie tracce tra quelle degli altri, ma sollecitando la struttura delle loro opere, fino a trarre allo scoperto il rimosso sul quale sono state edificate. Per renderne conto altrimenti.
Economimesis, pubblicato nel 1975, fa parte di un gruppo di testi che Jacques Derrida ha dedicato alla Critica del Giudizio di Kant, elaborati a partire da un seminario del 1973-74, riuniti insieme in La Vérité en peinture (1978), tutti, tranne, appunto, Economimesis. Kant scrive la Critica del Giudizio per gettare un ponte sull’abisso che separa natura e libertà, il sensibile dal soprasensibile. Per Derrida si tratta di sondare le fondamenta di una tale costruzione architettonica per rilevare l’instabile terreno sul quale poggia, l’occultamento necessario ma precario che la rende possibile: ciò di cui la terza Critica non può rendere ragione, ciò che non può né incorporare né rifiutare, ma solo rimuovere, è proprio quell’apertura irriducibile all’esteriorità, la differenza che già da sempre minaccia la presunta autonomia della ragione, presente a se stessa nelle proprie presentazioni, e che sola rende possibile qualcosa come la presentazione, almeno per un essere finito. È la necessità di questa rimozione che impone alla terza Critica il ricorso strutturale alla logica economica dell’analogia che, secondo Kant, è possibile ravvisare fra l’operare tecnico umano e la natura: la produttività libera e spontanea del genio poetico, analoga a quella di Dio che produce la natura, in tanto eleva l’uomo ad analogo di Dio, in quanto sacrifica la natura, la condizione irriducibile della sua finitezza; il dono della libera produzione tradisce così quell’economia del sacrificio, riconosciuta in Glas e che impegnerà ancora la decostruzione derridana lungo il suo cammino (cfr. Donner le temps, Donner la mort, Spectres de Marx...).


Anno di pubblicazione: Maggio 2005

Pagine: 80

Collana: Di fronte e attraverso

Sottocollana: Filosofia

Disponibilità: Disponibile

ISBN (a 13 cifre): 978-88-16-40708-4