Commento: |
«…È una notte piuttosto fredda per un miracolo». Chi pronuncia questa frase è il protagonista del presente romanzo: Malachia Murdoch, un vecchio benedettino scozzese che si è appena lanciato in una sfida temeraria e singolare con un ministro della Chiesa riformata. Bruce Marshall è solito cimentarsi con stile contro le pesanti contraddizioni di una società che si va allontanando sempre più, e sempre meno coscientemente, dalle basi di una mentalità cristiana, senza però risparmiare i lati angusti e cedevoli dello stesso mondo cattolico, e in particolare del clero. Le sue narrazioni prendono forma a partire da un equilibrio lungimirante e da un divertito realismo e ciò risulta tanto più accattivante quanto più le situazioni si presentano paradossali ed estreme. È il caso delle circostanze in cui viene a trovarsi imprevedibilmente e quasi suo malgrado l’anziano monaco che pronuncia la frase citata. Egli, trascinato in una discussione col più «moderno» e avveduto reverendo Hamilton, contrariamente alla sua indole mite, dopo essersi non poco accalorato, arriva a perdere le staffe. Lanciata la sfida, gli avvenimenti e le reazioni si accostano gli uni alle altre con tagliente umorismo fino alla fatidica sera del miracolo annunciato: e da quel momento appare in filigrana attraverso i fatti una riflessione divertita, ma non irriverente, seria e ironica insieme, sul miracolo. Quella frase annuncia l’ingresso nella narrazione del paradossale compagno dell’eccezionalità del prodigio: la normalità, la quotidianità piena e trasfigurata dell’esistenza cristiana. |