È una vicenda umana che si intesse nella storia ufficiale del ’900: la testimonianza di vita di un uomo che ha fatto politica. Politica come religione. Dai primi ardori socialisti alle trincee sul Piave e alla nascita del “Partito Comunista d’Italia”; il tempo con Antonio Gramsci a Roma, e gli arresti il carcere il confino; Amadeo Bordiga, Nello Rosselli, e i volti sconosciuti della militanza comune; l’uscita dal partito stalinizzato: “il lutto della propria giovinezza”; il secondo conflitto mondiale, e “Bandiera rossa” nella Resistenza romana. È la vita generosa di un uomo che, se non smarrì il giovanile rapporto fraterno con Edoardo D’Onofrio, il compagno allineato nell’ortodossia comunista, mantenne intatta l’amicizia con Nicola Bombacci, il compagno passato al fascismo e fucilato a Dongo dai partigiani. E non cessò di accogliere nella sua vecchiezza tutte le voci dei compagni inghiottiti nell’Unione Sovietica in nome del socialismo. E amò la sua donna, e ne conobbe l’amore assoluto. La storia di un marxista: no, la storia di un uomo. Anna Maria Innocenti Periccioli è nata ad Arcidosso, sul versante grossetano del Monte Amiata, dove vive ed ha sempre vissuto salvo una parentesi d’insegnamento a Torino. Oltre alle poesie giovanili, ha pubblicato in riviste e giornali a molti dei quali collabora, racconti, saggi, articoli vari ispirati alla viva umanità e alla “storia minore” della sua gente sullo sfondo solenne e incantato della terra amiatina. Nella “Memorialistica” della Jaca Book è uscito, nel 1985, il suo David Lazzaretti. Il profeta toscano della fine ’800; il libro, con prefazione di Geno Pampaloni, ha vinto il Premio Castiglioncello 1986.