Commento: |
Questo volume è un invito ad un intrigante viaggio attraverso le terre d’Emilia e di Romagna, che durante i secoli XV e XVI offrono un formidabile spaccato delle variegate esperienze che animano il Rinascimento. Il valore, per così dire paradigmatico, della stagione rinascimentale in queste terre è dato dall’incredibile mosaico di realtà politiche che si avvicendano, talora in modo repentino, o che persistono radicandosi profondamente nel territorio, e dalle atmosfere culturali che pur promosse in ambienti molto simili, approdano ad esiti divergenti. In un affascinante itinerario artistico e culturale gli autori ci conducono alla scoperta della turbolenta Bologna bentivogliesca che trova una pacificazione sotto il segno del ‘buon governo’ pontificio simboleggiato dalla fontana del Nettuno bronzeo e dalle architetture del Vignola. Volgendo lo sguardo alla Romagna, le sedi malatestiane di Cesena e Rimini recano il sigillo di Leon Battista Alberti, nell’azione di rilettura dell’antico promossa da Domenico Malatesta con l’edificazione ed allestimento della biblioteca di Cesena e da Sigismondo Malatesta nel tempio Malatestiano a Rimini. Proprio quest’ultima città, grazie al suo ambizioso signore, ospitò un raffinato sodalizio culturale composto da filosofi, letterati e artisti tra i quali spiccava Piero della Francesca. Il viaggio continua attraverso i piccoli centri resi veri e propri gioielli da illuminati dinasti locali come i Pio a Carpi o i da Correggio nell’omonima cittadina, fino alle viscontee Parma e Piacenza, che passano nella prima metà del XVI secolo sotto i Farnese e si distinguono per il grande dispiego di cantieri edili a carattere assistenziale. Infine giungiamo presso i territori estensi, dalla Modena di Correggio, Dosso Dossi e Francesco Bianchi Ferrari, ai devoti di San Prospero a Reggio Emilia, per culminare con le sensuali atmosfere cortesi dal sapore nordico di Ferrara, autentica perla estense, splendido cantiere urbanistico sotto la capace direzione di Biagio Rossetti e teatro delle smaliziate opere di Cosmè Tura e Francesco del Cossa. |