Commento: |
Cardini presenta un efficace ritratto di un personaggio e di un'epoca cruciali per la storia europea Un grande protagonista della storia cristiana, italica e mediterranea tra antichità e Medioevo; un fondatore della cultura medievale e uno dei «padri storici», insieme con Benedetto da Norcia, del monachesimo occidentale; un «classico» della letteratura
latina di un’età difficile e complessa, che tuttavia a torto e semplicisticamente sono in troppi a definire «oscura». Calabrese di Squillace, di origine forse siriaca,
Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore (490 ca.-583 ca.) ha attraversato con la sua lunga vita l’intero secolo VI, che nella pars Occidentis dell’Impero - privata del suo sovrano - si aprì con la coraggiosa e generosa proposta di convivenza goto-latina di Teodorico e si chiuse col grande e innovatore pontificato di Gregorio Magno. Il secolo di Giustiniano, di san Benedetto e delle estreme contese sul confine siropersiano
tra bizantini e sasanidi, mentre nella lontana città carovaniera della Mecca, emporio sulla «via delle spezie» che collegava i porti dell’oceano Indiano a Damasco, stava silenziosamente maturando l’esperienza profetica di un cammelliere che avrebbe mutato il volto del mondo: Muhammad. Politico e funzionario alla corte di Teodorico, profondamente impegnato nel lavoro di pubblico amministratore, Cassiodoro fu amareggiato, ma non si lasciò travolgere dal fallimento dell’esperienza di governo gota e dalle tristi vicende della guerra che seguì e che siamo abituati a chiamare «greco-gotica». La sua esperienza di governo e la sua saggezza
di consigliere dei potenti sono conservate nella celebre raccolta che lo ha immortalato, le Variae, edita nel 537. Poco purtroppo della sua restante attività di scrittore ci è stato direttamente tramandato: ma anche da quel che ce ne resta emerge vivida l’immagine di un protagonista della cultura del suo tempo. Le sue opere furono una guida indispensabile per il lavoro delle generazioni successive di monaci e di studiosi. Il centro monastico da lui fondato, il Vivarium presso la natìa Squillace, resta, insieme con Montecassino, faro e modello della cultura dalla quale è sorto il Medioevo latino, quindi l’Europa. |