Commento: |
Con Red Rover di Susan Stewart Jaca Book propone una voce della grande poesia statunitense rinascente. La situazione poetica del secondo Novecento registra, in tutto l’Occidente, e in particolare negli USA, una caduta minimalistica: poesia frammentaria, quotidiana, secondaria rispetto alla vita. In America, come in Europa, resistono grandi voci a mantenere il filo di una poesia assoluta e metafisica. Assoluta significa dotata di una visione universale, metafisica non indica speculazione astratta, ma la forza di rendere evidente l’invisibile nel visibile e nel concreto. I maestri del primo Novecento sono i fondatori di questa linea: Eliot, Pound, Hart Crane. Susan Stewart, nata nel 1952 (anno buono, per i poeti), riprende questa linea con una potenza lucida e pregnante: i suoi versi interrogano e mettono a nudo il mondo, con la potenza dei grandi lirici americani (Charles Simic e Charles Wright, pubblicato anni fa da Jaca Book, una delle massime voci poetiche di oggi), e la tradizione metafisica europea che da Alighieri a John Donne corre a Eliot. Susan Stewart svela il mondo nelle sue manifestazioni naturali e naturalmente divine (la lezione di Whitman) e artistiche: l’opera dell’uomo che si fa imitatore umile e generoso del creato. Visionaria e come tale lucida e lampante, la Stewart è, non a caso, grande saggista, sulla lezione di Eliot. La poesia, come nei grandi del Novecento, non è circospetto approccio al mondo, ma attraversamento dei suoi fondamenti. Immediata e sapienziale, la sua poesia ripristina lo stupore con cui i presocratici e Whitman incantarono il lettore svelando come la poesia sia attraversamento dell’essere. Red Rover, tradotto magistralmente da Maria Cristina Biggio, ci riporta allo stupore primigenio e alto della poesia, nelle sue voci nascoste e parlanti: "Pensavo che in qualche modo un pezzo di stoffa fosse stato / scagliato nella notte, un pezzo di stoffa che volava / in alto, poi da una parte all’altra, di là dalla finestra." Ci troviamo in quella stoffa shakespeariana di cui sono tessuti i sogni, la trama con cui Penolope disegna il destino di Ulisse e dell’uomo. Appartata, come il poeta. |