Commento: |
Un classico del pensiero filosofico contemporaneo. Totalità e Infinito è uno dei testi di filosofia più conosciuti degli ultimi decenni e senza dubbio l’opera più famosa di Emmanuel Lévinas. In questo volume del 1961 il pensiero lévinassiano trova la sua prima, e per certi aspetti definitiva sistemazione; dal punto di vista tematico Totalità e Infinito è infatti un’opera conclusiva in cui Lévinas ha formulato l’essenziale della sua proposta filosofica. Le tesi avanzate dal saggio sono ormai diventate patrimonio comune nell’attuale panorama filosofico: l’essere come anonima esistenza, essere muto ed impersonale, l’io come godimento ed identificazione, interruzione del flusso verbale dell’essere e possibilità dell’appropriazione, la presenza dell’assolutamente altro nel volto degli altri, il volto come espressione dell’unicità e testimonianza di una esteriorità e molteplicità irriducibili, l’etica come luogo dell’esteriorità, luogo della verità in cui l’irriducibile è attivo al di là di ogni caricatura e misconoscimento, la soggettività umana come l’Altro nel Medesimo e come testimonianza etica. La pretesa di Totalità e Infinito è la pretesa stessa del pensiero di Lévinas: non si tratta di proporre un’etica come corpus di valori, o di analizzare le conseguenze etiche di una particolare filosofia prima, e neppure di rivolgersi all’etica come unico ambito di riflessione rimasto dopo i proclamati fallimenti di ogni possibile metafisica, ma di individuare nell’etica il luogo stesso della verità metafisica, la scena del dispiegarsi vivente di questa verità. Al di là di ogni facile strumentalizzazione e di ogni colpevole ingenuità, è con una simile pretesa che il lettore di Totalità e Infinito è chiamato a confrontarsi. |